The blog of entrepreneur Lorenzo Ait
Prendi il telefono. Ora guardalo e dimmi cos’è. Un telefonino? Sbagliato, è uno smartphone. Conosci la differenza? Ne abbiamo tutti una vaga idea, tuttavia sono pronto a scommettere che, senza cercare su Google, nessuno di noi sarebbe in grado di spiegare perché il telefono diventa smartphone. Quando è avvenuto? Proviamo a fare delle ipotesi. È stato quando si è iniziato a connettere il proprio portatile ad Internet? O quando il costo della connessione è diventato sostenibile per l’uso quotidiano? Oppure quando hanno sviluppato abbastanza app da renderne frequente l’uso? Sarà stato il primo BlackBerry oppure il primo iPhone a definire questo passaggio? (Occhio, perché indicando Apple come causa prima, l’effetto sarebbe quello di rendere l’iPhone una sorta di «rivelazione», con Steve Jobs assunto a nuovo messia, e non mi sembra proprio che occorra un’ulteriore santificazione. Giusto?!). Te lo dico io: è stato quando IBM ha progettato Simon. Lo so perché l’ho appena cercato su Google. Ho barato. Ho barato due volte, perché in realtà non ci serve conoscere questa informazione, era un pretesto per dimostrare il mio punto: e cioè che nessuno di noi ha un’idea precisa di cosa renda smart un telefono, però tutti ne possediamo tutti uno. Abbiamo acquistato uno smartphone, rottamando il vecchio modello. Qualcuno ha rimandato il più possibile l’investimento, altri hanno colto la palla al balzo, ma la verità è che non abbiamo mai davvero deciso di passare da un telefono cellulare a uno smartphone. La nostra scelta è stata semmai di decidere quale comportamento adottare in quanto consumatori: se comportarci da innovatori e anticipare il cambiamento, oppure subirlo. La maggior parte delle persone si trova al centro fra queste due sponde: vive il cambiamento senza anticiparlo ma lasciandosi trasportare dalla massa, dividendosi tra maggioranza precoce e maggioranza tardiva. Ai due estremi della curva, troviamo da una parte chi anticipa e corre dei rischi, compreso il rischio di partire prima degli altri e avvantaggiarsi; dall’altra, chi resiste fino all’ultimo, ignorando mode e masse, fino a quando si ritrova costretto a inseguire il gruppo. Il punto è che i cambiamenti della società liquida non si scelgono: puoi scegliere solo di restarne tagliato fuori per un po’, prima di adattarti. Ma ti adatterai, questo è sicuro. Del resto, abbiamo tutti un telefonino, no? No, te l’ho detto prima: abbiamo uno smartphone. Non stai ascoltando. Ma non è grave: viviamo nella società liquida e registriamo solo le informazioni che pensiamo di poter usare.