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La Nazione Liquida

La Nazione Liquida
27 Giu 2022

La Nazione Liquida

D. Come nasce l'idea de La Nazione Liquida?

Pesandomi sulla bilancia. Devo l'idea al fatto che uso una una bilancia digitale (empedenziometrica ndr). Questo libro utilizza l’accezione “liquido” per identificare quello stato ibrido tra “analogico” e “digitale” ormai inscindibile. Finché la bilancia con la quale mi peso invia i dati al frigo di casa e li aggiorna col software del dietologo che programma il mio prossimo ordine al supermercato, beh… possiamo ancora parlare di “Internet of things”, perché possiamo ancora distinguere tra “analogico” e “digitale”. È quando non distinguo più questo passaggio e le mie azioni agiscono contemporaneamente al livello fisico e virtuale, in quel caso la divisione tra analogico e digitale si è liquefatta divenendo un ibrido che definiamo “liquido”. E questo cambiamento è già avvenuto. Vuoi che te lo dimostri? «Alexa, invia questa nota alla redazione».

D. Che cosa intendi per Nazione Liquida?

La nazione liquida è una sorta di sovra-stato. Se vuoi diventarne cittadino devi applicarti. Non riceverai un documento ufficiale perché questa nazione esiste nei fatti, non sulla carta. La si può abitare senza spostarsi di casa e ci segue nei nostri viaggi. Ci sei entrato come turista, ma puoi rivendicarne la cittadinanza. Certo puoi obiettare che non esista davvero. Avresti ragione e sbaglieresti allo stesso tempo, perché esiste o meglio non “esiste”, come non esistono le nominalizzazioni: Come l’Italia. Come la Francia. Come la Spagna. Come la Germania. Come gli Stati Uniti. Sono idea. Il punto è che quell’idea (la Nazione Liquida, ndr) ha un impatto su ciò che definiamo “reale”. Anche Babbo Natale non esiste ma prova a dirlo ad Amazon durante il Black Friday. E se pensi siano solo elucubrazioni proviamo ad ancorarle nella realtà quotidiana: tu, io…ci comportiamo come un cittadini della Nazione Liquida molto più che come cittadino della “nostra” nazione. La community del tuo social network ha più impatto sulla tua vita di quanto non abbia la maggior parte degli enti statali o il tuo comitato di quartiere. E se non è reale questo (non so cosa lo sia, ndr).

D. Quando nasce la Nazione liquida?

Domanda difficile perché è nata a poco a poco, attraverso consuetudini e leggi non scritte. C’è chi ha provato a scriverne una sorta di carta costituzionale e mi viene in mente quella di Satoshi Nakamoto, ma a guardar bene ce ne sono molti di “padri costituenti”. Se mi chiedi come è nata o quando è nata non lo so. Chi ne sono stati gli scopritori? Coloro che negli anni Novanta si autodefinivano “cittadini del mondo”? Chi negli anni Duemila ha dato vita al movimento dei “nomadi digitali”? Oppure nata ancora prima con l’osso di Lebombo nel 35.000AC. Ma se me lo chiedi “dentro” la Nazione Liquida ti dico che questa domanda non ha senso perché nella nazione liquida il tempo non esiste: tutto avviene lo stesso momento. Attila e Hitler sono lo stesso identico periodo storico. E anche il racconto è partecipato perché non è quello che sto dicendo adesso ma anche quello che dirà chi commenterà sotto a ciò che sto dicendo io e non si ferma più questo racconto; e la differenza non la farà chi ha ragione o torto e neppure se ciò che ci diciamo è vero falso e se la notizia è verificata o meno. (Segue una lunga pausa, ndr).

D. Come mai all’improvviso non parli più?

Faccio una piccola pausa perché tu sei un giornalista e quindi ti lascio assimilare questo concetto. Nel silenzio le parole appena pronunciate risuonano. La differenza nell’informazione non lo farà più la verità, ma la diffusione della notizia. In una piccola parte è sempre stato così ma nella Nazione Liquida i fatti sono slegati dal tempo e la veridicità di una notizia è quasi irrilevante in termini di impatto; credimi è un fenomeno che stai già sperimentando, ma come chi sorvola i confini di un Paese da un aereo non vede cartelli, anche tu non ti rendi conto di avere una seconda cittadinanza in un territorio molto più vasto e ancora inesplorato. In questa nazione ognuno è libero di essere chi vuole e potenzialmente di costruirsi una nuova vita: analogamente agli europei che migrarono nelle terre dell’Ovest, siamo pionieri di un territorio vasto e in gran parte inesplorato. La nazione liquida esiste e i suoi abitanti ne rivendicano i confini.

D. Cosa significa esserne cittadini o turisti?

Essere cittadini significa agire consapevolmente nella nazione liquida. Sfruttarne consapevolmente le opportunità e difendersi consapevolmente mettersi al riparo da pericoli che comporta abitarla.

D. Come dobbiamo comportarci vivendo nella Nazione Liquida?

La Nazione Liquida vuole trasformarti in un consumatore ricorsivo. Una persona che acquista e non necessariamente utilizza ciò che ha acquistato: non conta la merce ma che tu faccia girare l’economia. E per realizzare questo, la Nazione Liquida è sistemica: significa che tu e io stiamo partecipando al gioco senza rendercene conto; lo facciamo in modo attivo quando usiamo le merci che acquistiamo e in modo passivo quando ogni mese pago l’Amex senza usarla. E quando vendiamo è lo stesso: molti degli abbonati al tuo giornale non lo leggeranno ma pagheranno per questo, stai lavorando per la Nazione Liquida ma non lo sai perché siamo parte di una grande coscienza collettiva. Stiamo scivolando verso una sorta di grande villaggio “all inclusive” dove non paghi più la palestra: paghi l’abbonamento e non è importante che tu ci vada; non faremo più la spesa: ci sarà un’intelligenza artificiale ci scalerà direttamente dal conto corrente il budget mensile inviandoci comodamente la conferma carrello via email. Non sceglieremo i prodotti: potremo decidere cosa rimuovere dal carrello. Rispondi a questo: lo vedresti come un miglioramento se il frigo ordinasse direttamente i prodotti man mano che si avvicina la data di scadenza? Il “povero” nella nazione liquida è un “turista” che non soffre la fame: riceve una sorta di reddito di cittadinanza gli permetterà di espletare la sua funzione di cittadino che è appunto quello di essere un consumatore ricorsivo efficiente felice. Dall’altra parte ci saranno quelli che devono pagare il reddito di cittadinanza a quel turista e che sono inseriti in una trappola: tanto quanto i primi. La trappola è quella della corsa alla competizione sfrenata il “turbo-capitalismo” che rende possibile la creazione di questa sorta di effetto clessidra «orizzontale».

D. Stai descrivendo un mondo in cui non mi piacerebbe vivere.

Ci vivi già: non sei stato attento. Si stanno delineando due classi sociali nella nazione liquida: i cittadini e i turisti. I cittadini non faranno altro che lavorare, puntare all’escalation sociale, senza vivere. I turisti si godranno il «villaggio all inclusive» senza poter partecipare alla corsa. Due tipi di schiavitù. La terza via, come sempre, è quella di trovare il giusto equilibrio ma non è facile.

D. Siamo assuefatti?

È la natura umana, l’uomo è da sempre incastrato nei suoi bias: l’avidità è una spinta evoluzionistica e perdio funziona: all’epoca dei gladiatori, quando riuscivano a conquistare la spada di legno il Rudis, rientravano nell’arena spinti da gloria e da compenso. Non è mai stato facile trovare quel punto di equilibrio. Nella nazione liquida dobbiamo fare null’altro che quello che c’era scritto sul tempio di Delfi e che l’oracolo identificava come chiave della felicità.

D. «Conosci te stesso»?

Si ma quello è il «cosa». Appena sotto la scritta che ricordiamo tutti, l’oracolo di Delphi dava anche le istruzioni: come faccio a conoscere me stesso? Semplice: «Trova il tuo demone e seguilo, nella giusta misura». Che è la risposta al come della frase precedente, cioè conosci te stesso.

D. Come cambia il business?

Nella nazione liquida il modo di fare business è cambiato in una maniera davvero importante. Anzitutto lo scopo delle multinazionali adesso e abbattere i costi di produzione perché la vera battaglia sta sulla logistica, quella parola con la quale si riempiono la bocca i manager, la «supply chain». Già adesso i resi di Amazon non vengono neanche più dati in beneficenza, vengono distrutti.

D. Questo però schiaccia i commercianti: le politiche di costumer care eccellente che adotta Amazon danneggiano soprattutto da loro.

Come quanto ti addebitano il reso di una merce a distanza di un anno? Ricordi quando nel ‘00 ridevano dello slogan «pensa globale agisci locale» convinti che le scarpe non potessero essere vendute su internet perché la merce andava provata? Ora non ridono più. Avere merce in più diventato un costo. Che la dice lunga sulle nostre possibilità di sopravvivere su questo pianeta.

D. Sembri divertito.

Sono autoironico sulla natura umana: è divertente anche se sono io. Detto per inciso io la penso come George Carlin: «Non dobbiamo salvare il pianeta il pianeta, sta benissimo, siamo noi che siamo fottuti!¹». Le piccole imprese devono adottare i meccanismi di business cooperativo che non vuol dire un «buonista»: vuol dire riuscire a cooperare, possibilmente con qualcuno che è talmente lontano da te da permetterti di coprire zone che tu non puoi coprire senza risultare una minaccia come competitor verso i tuoi clienti. Fare «merge» tra competitor distanti, per eguagliare ciò che le grandi Corporation hanno reso ormai uno standard. Se poi mi parli dei manager della nazione liquida devono imparare a dialogare con l’intelligenza artificiale, perché ci saranno due classi distinte di individui: quelli che sanno sfruttare i numeri e ragionarci sopra capendo che non basta il calcolo: devi anche sapere come sfruttare l’informazione nascosta in quel numero. Saper ragionare con l’intelligenza artificiale consiste nel capire che non devi rafforzare gli aerei dove vedi i fori di proiettile, ma dove i fori non ci sono perché è dove sono stati colpiti gli aerei che non sono rientrati alla base². Per dirla in un gergo tecnico: l’h.i.p.p.o.³ di solito orienta le decisioni in azienda. Se però si limita a ragionare solo sui numeri, senza intuizione, il rischio è che venga sostituito presto da una A.I. Chi saprà di dialogare con queste intelligenze artificiali e farci squadra dominerà il mercato. Ma la materia è troppo ampia per liquidarla brevemente: devi accontentarti di questa risposta.

D. Quali sono le conseguenze a livello sociologico?

A livello sociologico ci sono moltissimi impatti che possiamo già osservare. Il primo è legato alla natura stessa della società liquida: l’individuo ha smesso di esistere come “persona” ed ha iniziato ad esistere come “consumatore”. Lo abbiamo accennato, ricordi? Fra le righe abbiamo detto che nella Nazione Liquida un cittadino, un buon cittadino, è un consumatore ricorsivo. Per essere un buon consumatore ricorsivo deve essere disancorate dalla Storia; infatti, se ci fai caso, abbiamo perso completamente il senso del tempo. Secondo sintomo, sempre tra le cose di cui abbiamo parlato ma tu sei distratto e pensi all’articolo che scriverai e al caffè che berrai per scriverlo, è che siamo disancorati dal concetto di vero o falso: oggi non conta se una notizia è reale oppure no, la verifica delle fonti è troppo lenta per quanto velocemente si diffondono le fake news, i giornali ormai hanno smesso di competere in questa gara perché non possono vincere. Quello che oggi rende vera una notizia e il suo grado di diffusione. A livello economico prima ancora che sociologico, ci sono iniziative più o meno trasversali nelle varie nazioni, per sperimentare quello che in Italia si chiama reddito di cittadinanza che tende a creare una sorta di povertà accettabile, alzando lo standard. Non annullando la povertà, ma rendendola sempre più tollerabile in modo da creare il consumatore perfetto senza ambizioni senza possibilità E senza neppure la fame che ti spinge a voler uscire dalla tua situazione.

D. Nella Nazione Liquida gli appagamenti emotivi si sublimano consumando, non più conquistando?

Acquistando non consumando. Consumare non è importante, è l’acquisto l’atto catartico.

D. La Nazione Liquida è già il futuro?

Capito quando dico che non esiste più il tempo nel modo di pensare di chi abita la nazione liquida? Siamo come il pesce che cerca ossessivamente l’oceano: non capiamo il futuro perché lo stiamo vivendo; è come se fossimo continuamente proiettati a quello che viene dopo; una volta un cambiamento epocale come non so una nuova tecnologia avveniva in 50-100 anni per rendere normale un’innovazione: chi guardando il treno ha pensato non andrà mai più veloce di un cavallo è morto pensando di avere ragione: il treno per superare il cavallo ci ha messo mezzo secolo. Oggi ho perso il conto di tutte le cose che utilizzo quotidianamente alle quali non potrei rinunciare e perché non mi ricordo neppure come si faceva prima senza. La nazione liquida è il presente; cosa sarà il futuro non lo sappiamo. A te sembra che io parli di un futuro distopico o utopico, in realtà sto solo fotografando il presente. Un presente di cui non ti stai rendendo conto perché nella nostra società i narratori non sono più i filosofi o i letterati, sono gli imprenditori. E gli imprenditori non mostrano la realtà per fartela capire ma per

D. Trasformarti in un consumatore ricorsivo?

Bravo sei stato attento, il caffè ha funzionato. Questo futuro ancora non si è palesato e magari non si paleserà mai perché sono cambiamenti che passano attraverso la tecnologia che spesso sono invisibili. Quando ti parlo ad esempio di democrazia amministrata da un’intelligenza artificiale è vero che puoi pensare si tratti di un futuro lontano quello in cui un algoritmo voterà al posto tuo ma la verità è che non si tratta di votare al posto tuo si tratta di far selezionare ad una intelligenza artificiale le opzioni fra cui scegliere: il che non è molto diverso da quello che avviene oggi quando l’intelligenza artificiale seleziona per te le notizie in base ai tuoi interessi secondo un algoritmo. Se è vero che «votiamo ogni volta che facciamo acquisti al supermercato» come dobbiamo intendere la selezione “scelti per te” sugli e-commerce? Quindi no la nazione liquida non è affatto il futuro che vedremo; è il presente che vediamo quando smettiamo di abitare la Nazione Liquida come turisti e iniziamo ad abitarla da cittadini.


Note

¹ Jammin' in New York è il quattordicesimo album di George Carlin e l'ottavo speciale della HBO, registrato il 24 e 25 aprile 1992 al Paramount Theatre, nel parco del Madison Square Garden di New York City.

² La citazione si riferisce ad un episodio legato alla Seconda Guerra Mondiale: l'esperto di statistica Wald fu chiamato ad esaminare, dati alla mano, quale parte degli aerei fosse più vunerabile e quale andasse rafforzata. Dal momento che per rafforzare un aereo occorre blindarlo e che per blindarlo si applicano pesanti lastre di metallo a discapito dell’agilità di manovra in volo, era essenziale ridurre al minimo gli interventi eccedenti, applicando il rinforzo solo dove realmente essenziale. Wald condusse una indagine statistica sugli aerei colpiti. Evidenziò le parti colpite e quelle illese. Ne ottenne uno schema bicromo: l’aereo riportava in nero le parti colpite e in bianco quelle illese. Fu allora che Wald formulò una soluzione contruintuitiva: rafforzare le parti dove gli aerei non erano stati colpiti. L’ipotesi di Wald era tanto semplice quanto rischiosa: i dati si riferivano agli aerei rientrati alla base, quelli caduti sul campo, che erano stati abbattuti in volo o durante il rientro, non facevano parte dell’insieme esaminato.

³ L’acronimo di «highest-paid person’s opinion» l’opinione della persona più pagata nella stanza che di solito corrisponde al capo.

³³ Fu l'economista Milton Friedman a dire: «Quando si entra in cabina elettorale, si vota quasi sempre per un pacchetto precostituito piuttosto che su questioni specifiche. Se sei tra la maggioranza, nella migliore delle ipotesi otterrai sia cose che volevi sia quelle a cui ti eri opposto ma che a conti fatti consideri meno importanti. In generale, ti ritrovi con qualcosa di diverso da quello per cui pensavi di aver votato. Se sei tra la minoranza, devi conformarti al voto della maggioranza e aspettare che arrivi il tuo turno. Quando voti ogni giorno al supermercato ottieni invece esattamente ciò che hai scelto, e così fanno tutti gli altri».

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